Il protrarsi delle campagne elettorali, continua a disimpegnare la maggioranza ad occuparsi seriamente della città. Così come continua il disegno diabolico di eliminare qualsiasi lotto agricolo e verde per fare posto a nuove costruzioni, paventato come rilancio dell’economia turistica locale o a come ci si alza la mattina. Turismo che fatica ormai a rendersi interessante a Ladispoli – in attesa che la legge Bolkestein renda accessibile a tutti i nostri litorali – mentre l’attuale governo tenta disperatamente di fermarne l’attuazione (regalandoci così sanzioni su sanzioni da parte dell’Europa) e mentre gli stabilimenti balneari e strutture ricettive diventano ennesima speculazione per le solite famiglie note della città.
In attesa del PUA (che a fronte della situazione europea appare effettivamente una buffonata se non una perdita di tempo e risorse), assistiamo così alla ricerca disperata di un incremento di popolazione che, a causa anche della crisi economica, non arriva mai. Il sogno americano anni ’50 (figuriamoci in che mani stiamo!), di vivere in “ridenti” zone residenziali, si scontra con la dura realtà di accozzaglia di case e auto, su una striscia di terra (quella di Palo per intenderci) all’uscita di uno svincolo con la promessa di un nuovo centro commerciale, un autodemolizioni e una discoteca che tiene sveglia la città fino alle 3 di mattina nei weekend. La ricerca disperata di dare un’anima attraente e commerciale a Ladispoli, si scontra con la chiusura di decine di negozi nella parte storica della città mentre scheletri di palazzi in costruzione abbandonati in lontananza, continuano ad essere monito contro le speculazioni. Una città trasversalmente inquinata, dai fossi fino alla cattiva politica.