La nuova variante prevede un incremento del peso insediativo di quasi 9.500 abitanti: il 22,5% in più rispetto agli attuali 42mila.
La variante al piano regolatore generale adottata da Grando nel 2019 presenta – su alcune zone di espansione e completamento – “aspetti di significativa incompatibilità” con la salvaguardia dell’ambiente. Questo afferma la Città Metropolitana di Roma Capitale nell’ambito della procedura di Vas attualmente in corso e che lo scorso giovedì è stata discussa in consiglio comunale.
Tra le zone oggetto di questo giudizio sfavorevole ci sono – tra le altre – quella di Torre Flavia dove ricordiamo la variante prevede un nuovo insediamento residenziale da oltre 4000 abitanti e 400 mila metri cubi di cemento; e quella di Osteria Nuova sulla via Aurelia, un’area di 49 ettari che sarà riservata ad un mix di residenziale, attività produttive ed alberghiere.
Inoltre, il Rapporto Ambientale constata che, tra errori di calcolo e osservazioni approvate dalla maggioranza Grando, la Variante del 2019 arriva a prevedere un incremento complessivo del peso insediativo di circa 9500 abitanti, quasi 1000 in più rispetto alla Variante del 2010: il 22,5% abitanti in più rispetto agli attuali 42mila. Tutto il contrario della “riduzione del peso insediativo” tanto sbandierata da Grando.
Quello che emerge da queste ed altre osservazioni sfavorevoli contenute nel documento prodotto dai vari enti chiamati dalla Regione a pronunciarsi sugli impatti ambientali del piano, è una variante urbanistica che certamente non va nella direzione di uno sviluppo sostenibile del nostro territorio, ma che propone un’idea di sviluppo superata, basata sulla cementificazione e guidata dai soliti interessi speculativi che da anni influenzano ogni scelta strategica per la nostra comunità.
Nella Variante Grando non vi è traccia di quella nuova cultura politica che impone una volta per tutte una reale discontinuità rispetto al passato, che guardi alla qualità della vita, ad una città a misura d’uomo, bloccando senza compromessi il consumo di suolo, soprattutto in contesti come il nostro già seriamente compromessi.
Per tale ragione, noi di Ladispoli Attiva continueremo ad opporci durante il prosieguo di questo iter di approvazione, e ci impegneremo con tutte le nostre forze a mantenere viva – nel dibattito pubblico locale – l’idea di un vero futuro ecosostenibile per il nostro territorio.