Ieri pomeriggio il consigliere di Ladispoli Attiva Fabio Paparella ha visitato l‘ex scuola del Boietto, dove sono stati ospitati i senza fissa dimora sgomberati il 13 novembre da sotto il ponte 9 Novembre a seguito dell’ordinanza del sindaco Grando.
Motivo ufficiale del provvedimento “le pessime condizioni in cui vivevano”, “con seri rischi igienico sanitari”. Il sindaco in un comunicato ufficiale aveva assicurato: “non abbandoneremo queste persone che sono state trasferite momentaneamente nei locali dell’ex scuola del Boietto, dove riceveranno tutta l’assistenza necessaria e una costante attività di supporto”.
La situazione che ha trovato il nostro consigliere comunale è molto diversa da questa descrizione. Innanzitutto gli ospiti, che l’hanno accolto con grande gentilezza e dignità, sono attualmente senza acqua corrente. Unica fonte di acqua cui hanno accesso è il rubinetto che vedete in foto, che si trova all’esterno sulla strada. Per lavarsi devono riscaldare l’acqua in un pentolino e provvedere all’esterno, con temperature di giorno in giorno più rigide.
I servizi igienici sono assenti, eccetto un bagno chimico a servizio di 9 persone. Nella stanza dove dormono sono intervenuti personalmente a rimuovere l’edera che entrava dalla finestra e ricopriva la parete esterna, e a ridipingere con materiali di fortuna.
Mancano beni di prima necessità come i cuscini: alcuni utilizzano maglioni ripiegati dentro una federa. Alcuni materassi sono molto usurati e dovrebbero essere sostituiti. L’immondizia, che loro differenziano correttamente, viene ritirata solo ogni 15 giorni.
La struttura è piuttosto fatiscente e una parte, essendo addirittura inagibile e pericolante, è stata interdetta tramite l’installazione di un pannello che la separa dai locali dove stanno gli ospiti. Ma ovunque le pareti si presentano ingiallite e scrostate e anche nel corridoio che porta alla stanza degli ospiti si notano crepe che meriterebbero degli interventi urgenti.
Senza mezzi a loro disposizione, questa sistemazione rischia di diventare per gli ospiti un ghetto, che li separa in modo ancor più definitivo dalla società. Al momento il pranzo viene consegnato loro dalla Cir, ma per fare una doccia in modo dignitoso dovrebbero raggiungere il centro Caritas di via Fermi attraversando l’Aurelia a piedi con rischi enormi per la propria e altrui incolumità.
E una situazione già delicata rischia di diventare incandescente se è vero che l’Amministrazione intende ricollocare in questa struttura buona parte delle circa 30 persone che ad oggi vivono nel parcheggio della stazione ferroviaria all’interno di roulotte che verrebbero posizionate nell’area esterna all’ex scuola (v. Foto).
Non è chiaro se questa sia considerata dall’amministrazione una sistemazione temporanea o stabile.
Non è chiaro quale sia e se esista una progettualità legata al reinserimento sociale per una progressiva costruzione di autonomia per queste persone. Le realtà di volontariato locali che le assistono non ci risulta siano state coinvolte, sebbene in alcuni casi sarebbero disposte anche a compartecipare a spese e attività.
Per gli ospiti avere un tetto sopra la testa è già importante. Ma chiediamo all’Amministrazione Grando di non abbandonarli in un ghetto, di non dimenticare che si tratta di persone, spesso con storie di vita complesse, delle quali come comunità dobbiamo prenderci cura, trattandole con dignità, e non lasciarle sole lontano dalla nostra vista.