Il vicequestore Paolo Delli Colli va in pensione: un anno di operazioni antidroga e una carriera di successi

Un anno di intense attività e operazioni antidroga. Per il vicequestore e dirigente del commissariato di Ladispoli, Paolo Delli Colli, è tempo di lasciare la Polizia di Stato per andare in pensione e fare un bilancio dopo aver guidato gli agenti, proprio come fece suo padre Dante sessant’anni fa nella stessa città. Un bilancio più che positivo per un poliziotto con una lunga esperienza maturata nelle questure di Roma, Milano, Firenze, Varese e Pistoia, oltre che alla Criminalpol di Roma e alla Polizia di Frontiera di Fiumicino. «Sarebbe fin troppo facile per me trarre un bilancio estremamente positivo, sia alla luce dei risultati e quindi dei cosiddetti numeri, sia sui fatti concreti. Abbiamo gestito 365 giorni senza il minimo problema l’ordine e la sicurezza pubblica, compresi i vari concerti tra cui quello di Capodanno. Abbiamo liberato tre aree abusivamente occupate nel centro cittadino e gestito con impegno e responsabilità tutte le altre attività di competenza. Ho puntato, come mi è consono, su un approccio manageriale della sicurezza, sull’efficienza e sulla razionalizzazione organizzativa, potenziando i settori operativi. Ritengo di consegnare un Commissariato di Polizia assolutamente presente e capace di realizzare risultati di rilievo».

Cosa c’è della sua personalità in questi risultati? «Credo molto, in primis, nel continuo dialogo con i collaboratori, sempre con la porta aperta e con la cittadinanza. Ho trattato personalmente tutti gli esposti e ricevuto una infinità di persone. Ritengo di dover evidenziare soprattutto il proficuo rapporto instaurato con le altre forze di polizia: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Polizia locale e Guardia Costiera. Un obiettivo raggiunto che mi ero posto sin dall’insediamento perché è nel mio DNA dopo i tanti anni svolti in Uffici Interforze».

Dalle sue parole trapela l’aspetto umano. È così? «È inevitabile, sono legatissimo a questo territorio nel quale la mia famiglia è arrivata addirittura negli anni Quaranta. Basti pensare che nel mio ultimo giorno di servizio sono andato a ringraziare il Questore di Roma, il dottor Carmine Belfiore, perché concludere la carriera nel Commissariato dove mio padre aveva prestato servizio e dove sono nato e cresciuto è stato per me un vero motivo di orgoglio».

Sulle voci di un suo futuro in politica che mi dice? «La politica è stata in età giovanile una mia grande passione, ma ora penso solo a riposarmi e a ricompensare mia moglie e i miei figli per tutti i sacrifici che gli ho imposto, soprattutto negli oltre dieci anni in cui ho prestato servizio in Lombardia e Toscana. Vorrei dedicare infine un pensiero alla mia squadra, che in questi giorni mi ha mostrato un affetto commovente: collaboratori, salvo alcune eccezioni che considero fisiologiche, fenomenali, dotati di professionalità ed esperienza di livello altissimo, difficilmente pareggiabile. È stato un grande privilegio per me lavorare con loro, che, in buona parte, terrò per sempre tra i miei affetti più cari».

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