Nel Consiglio Comunale di Ladispoli del 28 novembre imperniato su temi relativi alla programmazione del bilancio di previsione del 2023, la maggioranza dell’amministrazione Grando non solo ha bocciato, come da copione, le proposte del Movimento Civico
Ladispoli Città tesi ad introdurre maggiore equità sempre rispettando vincoli di copertura, ma ha anche voluto modificare il regolamento con il solito comportamento arrogante. Per ora riteniamo di dover approfondire nelle opportune sedi la decisione di modifica del Regolamento che chiaramente vuole chiudere i residui spazi di democrazia e dibattito, ma che è anche segno di profonda incapacità e debolezza nel sostenere il confronto. Sottolineiamo invece la bocciatura dell’emendamento proposto dal movimento civico che voleva introdurre, sempre con la dovuta copertura, diminuzioni di aliquote IMU per terreni agricoli non posseduti da coltivatori e quelli edificabili solo sulla carta. Si trattava di un provvedimento di assoluta equità, il cui intento era di alleviare il carico fiscale laddove vi siano condizioni particolari. Per i terreni agricoli si tratta di un provvedimento teso ad incentivare l’utilizzo dei terreni abbandonati in favore dell’agricoltura. Nel caso dei terreni edificabili solo sulla carta emblematico è il caso della lottizzazione Olmetto in cui il trascinarsi della situazione è dovuto all’incapacità del Comune a pensare in termini progettuali per cui i lottisti da anni pagano come se i terreni fossero effettivamente edificabili ma in realtà sono impossibilitati a farlo per inattuazione delle procedure votate dal Consiglio e di decisioni che hanno portato ricorsi e controversie. Ma stesso discorso vale per i terreni inclusi nei faraonici progetti della variante di PRG e tutte le aree classificate di sviluppo che però attendono che l’approvazione della VAS Generale, mancante da anni, renda possibile presentare una proposta progettuale seria. Erano semplici proposte di equità come anche la proposta di introduzione dell’addizionale comunale a scaglione di reddito, per andare incontro ai redditi più bassi e liberare ricchezza a favore dei consumi. Tutti emendamenti tesi a favorire lo sviluppo, ma bocciati senza appello da chi vede i cittadini soltanto come bancomat da spremere.