IL GRANDE ARCHEOLOGO ANDREA CARANDINI: ROMA NON È DISNEYLAND

di Arnaldo Gioacchini *

Andrea Carandini è uno, in assoluto, dei più importanti archeologi del mondo e, a detta di chi scrive che lo ha conosciuto di persona quando da presidente del FAI visitò Castrum Novum, è,attualmente, il più importante archeologo italiano. Il professor Carandini, fra l’altro, è stato pure il conduttore dei fondamentali scavi del Palatino a Roma ed ha formato, a livello accademico e pratico, tutta una generazione archeologica contemporanea. Sul quotidiano “Il Messaggero”, che è da sempre il giornale di Roma, il 12 luglio u.s. è stata  pubblicata una interessantissima intervista al suddetto grande Professore. L’articolo specifico riguarda una  “battaglia” portata avanti dal quotidiano che già aveva pubblicato due ampi servizi i quali, pure nell’occhiello di base, recavano la titolazione  “L’oltraggio ai Fori”. Nello specifico l’apporto di Carandini risulta determinante sia per le fondamentali argomentazioni messe in campo che per il dettaglio scientifico sociale delle stesse. A questo punto è necessario entrare specificatamente nella tematica e, ad evitare qualsiasi fraintendimento e manipolazione, riportando alcuni passi principali di quanto ha dichiarato il Professor Andrea: “Non si può pensare che Roma sia una Disneyland. Deve esserci un luogo che spieghi la Roma che non c’è più, cioè la Roma che va dal IX secolo avanti Cristo al XII dopo Cristo. Dal XII secolo in poi Roma c’è tutta: non c’è bisogno di andarla a illustrare, c’è e uno la vede. È la Roma più antica quella che va spiegata.” Ed ancora il grande archeologo: “ Il Piano del Comune? La gente va istruita, non resa più stupida”. “Se manca la spiegazione del luogo chi arriva penserà solo a farsi i selfie”. Perché Carandini esprime tutta la sua, più che motivata, contrarietà? Perché il Campidoglio sta vagliando un progetto per il cambiamento dell’attuale assetto di via dei Fori Imperiali ed in questo progetto spunta anche il cosiddetto “archeotram”  con una relazione, di otto righe e mezzo, contenuta in quanto firmato da Walter Tocci, che fu già assessore alla Mobilità nella Giunta del sindaco Rutelli, ed ora collabora, a titolo gratuito, con l’attuale sindaco Gualtieri. L’ archeotram prevede di connettere tutti i luoghi di Roma antica dalla Piramide al Colosseo fino a giungere alle terme di Diocleziano. Al di là dei costi, che ascendono a 16 milioni c.a.,  c’è anche quello che i mezzi da usare che sarebbero i vecchi tram Stanga, ovviamente non dotati di aria condizionata, tram che sono del 1947, ma al di là di questo c’è già uno strenuo “antico” rifiuto, sempre opposto a quanto sopra, espresso dalla Soprintendenza soprattutto per l’invasività dei pali di sostegno dell’alimentazione elettrica che andrebbero posti su via dei Fori Imperiali. Ed a proposito dell’archeotram il Professor Carandini dice, sempre nella sua bella intervista al “Messaggero”: “ Ma che cosa vuol dire l’archeotram? Le pare che un tram possa spiegare la Roma antica? Chiamare un tram archeo” non è che lo rende culturale: resta un tram. Chi ci sta sopra, cosa ne capisce di quel che vede? Questo è populismo,gabbare il popolo rendendolo felice: “andiamo a vedere lì perché c’è il nuovo tram archeologico”. Che invece di chiamarsi 48 si chiama archeologico”. Carandini dice, fra l’altro, anche altre Coseculturalmente “preziose” fra cui: “ … Serve rilanciare la cultura: noi concepiamo dei musei non per spiegare le città ma solo per esporre statue e pitture. È sbagliato: le città non sono fatte di statue e sculture. Non possiamo vivere solo di statue e sculture. La città è un organismo che va raccontato, soprattutto una città come Roma”. E qui c’è un’altra notevole risposta del Prof. Carandiniche, al giornalista intervistante il quale cita il Musée Carnavalet di Parigi, dice: “ O che il museo di Londra è per Londra, quello di Amsterdam per Amsterdam, quello di Berlino per la Germania. Tutta l’Europa racconta le proprie città, addirittura le proprie nazioni. Noi non lo facciamo. È un ritardo culturale pazzesco”.Ricordiamo che il Colosseo è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1980 e che, fra l’altro, il Parco Archeologico del Colosseo, oltre il suddetto famoso monumento antico romano, comprende anche i Fori Imperiali ed è diretto benissimo dalla bravissima archeologa  Alfonsina Russo, la cui direzione ha fortemente implementato le visite. La Russo é giàstata precedentemente una straordinaria Soprintendente Archeologica dell’Etruria Meridionale.

*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale

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