Ladispoli Attiva: “Decibel e musica fuori controllo in città”

Tantissimi sono i cittadini di Ladispoli, vittime d’inquinamento acustico, soprattutto d’estate.

Ladispoli è vittima dell’inquinamento acustico. Sono centinaia le famiglie (soprattutto del centro e del lungomare) vittime della musica assordante che si alza da bar e stabilimenti balneari durante la stagione estiva.

Decibel altissimi che costringono questi cittadini a vivere sigillati dentro casa nelle serate estive, a rimanere svegli nella notte ed ammalarsi (perché di inquinamento acustico ci si ammala). È un problema non solo ladispolano, ma qui nella nostra città non è stato affrontato seriamente da questa amministrazione comunale, che invece di essere più severa e vicina a queste famiglie al limite della disperazione, ha deciso addirittura di allungare i tempi di diffusione sonora dalle ore 1 alle ore 2 nel fine settimana e alle ore 3 fuori dal centro urbano. Alla faccia dei cittadini che non dormono.

Ma il problema non è solo quello dell’orario, ma risiede soprattutto nei decibel fuori i limiti di legge. Nell’ordinanza c’è scritto che è competenza della polizia municipale far rispettare tali limiti. Ma se un cittadino chiama la polizia municipale, i vigili rispondono che non possono fare nulla.  Ed invece i vigili potrebbero fare molto di più. È vero che la rilevazione dei decibel è compito dell’Arpa, ma in accordo con questa agenzia regionale, i vigili potrebbero comunque intervenire, se solo si dotassero di un misuratore di decibel come hanno fatto alcuni comuni italiani (vedasi Padova che ha speso solo 6mila euro per questa strumentazione, o Nettuno nella nostra regione).

Inoltre, qualche settimana fa la Cassazione a camere riunite ha condannato il comune di Brescia a risarcire una famiglia, ritenendo l’ente responsabile diretto per non aver tutelato la salute e il riposo delle persone.

Questa sentenza definita ‘storica’ da più parti, creerà sicuramente un precedente ed aprirà  la strada a tantissimi ricorsi da parte di tutti quei cittadini che ritengono il proprio comune latitante nella gestione dell’inquinamento acustico.

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