Durante l’ultimo consiglio comunale la maggioranza ha modificato il regolamento dei contributi alle associazioni. Da oggi l’ente potrà concedere fondi fino al 100%, eliminando il tetto massimo del 90% che esisteva prima.
Come Ladispoli Attiva ci siamo dichiarati contrari ed insieme alle altre forze di opposizione, abbiamo presentato un emendamento, che è stato respinto, teso a mitigare questa deregulation, rendendo almeno la rendicontazione a consuntivo dei soggetti beneficiari di contributi straordinari per iniziative specifiche più stringente e più aderente alle norme sulla trasparenza. Anche perché ci siamo accorti – facendo alcuni accessi agli atti – della presenza di alcune anomalie sulla rendicontazione di alcuni contributi concessi ultimamente.
In particolare, abbiamo posto l’attenzione sulla documentazione presentata a consuntivo dell’ultima edizione del Summer Fest, svoltasi lo scorso luglio ed organizzata da una nota associazione locale. Un progetto da 220 mila euro del quale il comune ha concesso ben 200 mila euro di contributo. Per inciso, tale contributo si va a sommare ad altri già concessi a questa stessa realtà associativa, negli ultimi 12 mesi, per un totale di oltre mezzo milione di euro.
Quello che è emerso dal nostro lavoro consiliare di controllo dei procedimenti amministrativi è stata l’approssimazione con la quale questa rendicontazione è stata presentata.
Non basta infatti – come è stato fatto – allegare le fatture per comprovare che quei soldi sono stati spesi interamente. In una rendicontazione noi crediamo ci sia l’obbligo di specificare anche come li hai spesi, cosa hai comprato nel dettaglio, se ogni singola voce di costo sia coerente con il preventivo presentato, la convenzione stipulata e con gli obiettivi del progetto; e soprattutto si deve poter evincere se ogni singola voce di spesa sia ammissibile e proporzionata ai valori di mercato (soprattutto se stiamo parlando di cifre molto alte come in questo caso).
Addirittura, in questo caso, l’intero importo del contributo è stato girato interamente ad una società privata che ha emesso due fatture nella quale a sua volta si è limitata a scrivere come descrizione un generico ‘Saldo spettacoli Summer Fest Ladispoli 2023’. Punto, non c’è altro.
In questo modo, come detto sopra, l’ente che controlla non è nelle condizioni di conoscere come sia stato speso ‘qualitativamente’ questo contributo (non sappiamo ad esempio se e quanto siano costati gli artisti, se e quanto sia costato il service, il palco, la backline, la comunicazione, ecc). Non si sa neanche se esiste una coerenza tra le spese presentate nel preventivo protocollato all’ente in fase di assegnazione del contributo ed il consuntivo.
E nemmeno questa associazione beneficiaria del contributo ha sentito il dovere di scrivere nella rendicontazione cosa ha comprato in maniera dettagliata e chiara da questa società.
Addirittura, nel report delle spese sostenute (un file in word molto sbrigativo) i 200 mila euro sono giustificati come un generico: “noleggio di attrezzature durevoli, automezzi e beni mobili e artisti (es. computer, attrezzature audio-video, tavoli, armadi e arredi in genere, palchi, pullman, etc.”. È scritto proprio così.
Quello che a noi pare evidente da questo accesso agli atti (che teniamo a precisare è molto simile al Summer Fest del 2022, quando la stessa realtà associativa prese un contributo di euro 135 mila e sostanzialmente girò anche quella volta la somma a quella stessa società privata) è che l’amministrazione comunale e qualsiasi altro soggetto non sono nella condizione di capire come siano stati spesi questi fondi nel dettaglio (voce per voce di spesa).
E soprattutto ci sorge un dubbio: ma è normale che un’associazione qualsiasi prenda un contributo pubblico di grossa entità per organizzare un’iniziativa e poi si limita a girare interamente la cifra ad una società privata, che diversamente non avrebbe potuto accedere a quello stesso contributo (se non attraverso una gara)? Chi sta organizzando effettivamente quell’evento: l’associazione o la società privata? Lasciamo le risposte a chi è più competente di noi in materia.
Per tutte queste ragioni, crediamo che forse l’amministrazione avrebbe dovuto mettere mano prima alla modifica dei metodi della rendicontazione dei contributi, e poi solo dopo modificare il regolamento sul tetto degli stessi. Non crediamo infatti sia accettabile che un ente così importante come Ladispoli possa continuare ad elargire contributi a pioggia e senza limiti, continuando ad accettare rendicontazioni così lacunose, come quelle sopra descritte.
Ladispoli Attiva