Ladispoli Attiva: “Solo 30 posti per l’asilo nido comunale. Liste d’attesa per la scuola dell’infanzia”.

Attualmente a Ladispoli i posti riservati ai bambini nell’asilo comunale sono soltanto 30 (nota: 15 sono i posti che si liberano in media ogni anno). L’offerta pubblica è del tutto insufficiente, a fronte di uno standard europeo
che impone almeno 33 posti ogni 100 bambini, il nido comunale ne garantisce solo 3. Il deficit è compensato da nidi privati/convenzionati che riescono solo in parte a soddisfare la domanda e che operano in edifici riadeguati allo scopo, seppur con provata professionalità del personale addetto.Secondo gli standard ritenuti adeguati dalle convenzioni europee il Comune dovrebbe garantire direttamente o in convenzione l’accoglienza di almeno 300 bambini per la fascia 0-3 anni (nota: popolazione 0-3 circa 1.100), con tariffe commisurate alle effettive risorse della famiglia. Mentre la scuola per l’infanzia dai 4 ai 6 anni dovrebbe soddisfare l’intera domanda, ciò non accade da troppo tempo.Nessuno ne parla, ma siamo di fronte ad una vera e propria emergenza in questo settore. È inevitabile infatti che l’enorme carenza di servizi per la prima infanzia, ponga in estrema difficoltà soprattutto le famiglie con meno risorse della nostra comunità, che faticano a pagare le rette degli asili nido privati (anche al netto dei vari bonus regionali e/o statali) e in particolare le donne, le quali, spesso, sono costrette a rinunciare alla propria autonomia occupazionale per seguire i figli più piccoli. Con l’incremento costante di 600 abitanti l’anno, prevalentemente nuove famiglie, incremento ancora favorito da nuovo cemento e nuove abitazioni, la domanda di servizi per l’infanzia si moltiplicherà e la risposta, in mancanza di una seria programmazione diventerà sempre più inadeguata.Ma l’emergenza non è solo socio-assistenziale, è anche educativa. È ormai acquisito come i primi 1.000 giorni di vita del bambino siano quelli più determinanti per il suo sviluppo successivo che è ulteriormente sostenuto nella scuola per l’infanzia. E’ proprio in queste fasi, in cui i bambini sono così ricettivi, che il diritto all’educazione va garantito a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza. È inaccettabile che già a partire dalla primissima infanzia possano sorgere diseguaglianze nell’accesso ai servizi educativi.Siamo sorpresi che un tema così decisivo abbia trovato solo lo spazio di poche righe nel programma elettorale del 2017 dell’attuale amministrazione comunale e che mai nel corso di questi cinque anni si sia trovato il tempo di porre pubblicamente il problema e mettere in campo una seria strategia d’azione, per poter raggiungere in un tempo stabilito il soddisfacimento dello standard europeo del 33% per il nido e della piena ricettività per la scuola dell’infanzia.Ciò lascia presagire che anche nella predisposizione dei progetti del PNRR, per aver accesso ai fondi destinati alla prima infanzia, il cui termine di presentazione scade il 31 marzo, l’assessorato alle politiche sociali dell’amministrazione Grando abbia agito ancora una volta con leggerezza, non considerando l’enormità del problema. Peraltro i progetti presentati non sono stati adeguatamente condivisi e non ancora resi pubblici, il fatto caratterizza ancora una volta il Comune come luogo nel quale decisioni importantissime vengo assunte in stanze chiuse, spesso da pochi inadeguati protagonisti. Certamente su un tema di tale rilevanza sarebbe risultato utilissimo un confronto aperto con la cittadinanza, coinvolgendo portatori di interesse, esperti, pedagogisti, responsabili scolastici, per arrivare ad una seria e adeguata programmazione dell’ente in questo ambito, tuttora inesistente.Sarebbe importante infatti che a fianco di una strategia d’investimenti che faccia aumentare nel più breve tempo possibile i posti assicurati dal Comune, si mettesse in campo anche una progettualità più ampia nella direzione di importare a Ladispoli le linee generali del modello ”Reggio Emilia approach”.Tale progetto è stato sviluppato tra gli anni ’60 e ’70 ed è basato su una filosofia educativa fondata sull’immagine di un bambino con forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende attraverso i

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