Riccardo Agresti:È questo il periodo in cui tutti, volenti o nolenti, ci scambiamo gli auguri

È questo il periodo in cui tutti, volenti o nolenti, ci scambiamo gli auguri. Ma cosa sono e a cosa servono?

La cerimonia con cui, al tempo di Roma antica, gli interpreti del volere degli dei ricavavano presagi dall’osservazione del volo degli uccelli era detta “augurio” e da questo significato storico sono nati i significati attuali della parola.

Oggi esprimere un augurio, significa esprimere il proprio desiderio che avvenga qualcosa, di buono o di cattivo. Spesso fingiamo di non saperlo, ma tutti (o quasi) comprendono che non abbiamo assolutamente alcun potere di far avverare i nostri desideri (buoni o cattivi che siano). Ne consegue che è perfettamente inutile disperarsi se abbiamo maledetto qualcuno cui poi sia realmente accaduto qualcosa di brutto ed è altrettanto inutile augurare del bene a qualcuno perché, purtroppo, il nostro desiderio, senza la nostra azione, non avrà mai alcun effetto.

Tuttavia continuiamo a maledire chi odiamo ed a benedire chi amiamo, pur sapendo che si tratta di “vox clamantis in deserto”. Lo facciamo perché l’uomo è animale sociale che stringe relazioni attraverso l’empatia, l’espressione delle proprie idee. La società non sopravvive senza la pace fra i suoi componenti, ecco allora che esprimere il proprio rancore serve a mettere a disagio l’avversario nello stesso modo in cui si sente chi maledice, cioè mostrandogli il pericolo della minaccia alla solidità sociale in cui si vive. Analogamente, dimostrare affetto augurando del bene, significa tranquillizzare la persona cui si augura “buon qualcosa”, ad esempio buone feste, come in questo periodo. Quindi, porgendo gli auguri, non otteniamo alcun effetto fisico diretto, ma solo psicologico in quanto, come ben dimostrato scientificamente, la parola determina il pensiero, e il pensiero a sua volta l’azione.

In sintesi, augurare qualcosa a qualcuno non ha effetti reali, se non nella psiche del prossimo. Ma allora, come diceva il cardinale Lambertini, perché augurare solo 100 anni di felicità, limitando il volere di Dio? Meglio augurare di più, meglio augurare che tutti vivano felici per lunghissimo tempo, anche perché chi è felice, difficilmente fa del male ad altri.

Pertanto approfitto di questo periodo di festività per augurarVi, sperando che si sia giunti fino a questo punto, ma anche a chi amate, a chi Vi ama, ed ancora a coloro con cui avrete contatti diretti od indiretti e persino a chi non conoscerete mai di potere vivere felicemente per oltre mille anni.   ❤

Riccardo Agresti

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